“Ignorare il ‘no’ irlandese avrà effetti disastrosi per la UE”
Data: Wednesday, 25 June @ 14:24:18
Argomento: Politika (CZ)


El País.com

Intervista: Václav Klaus Presidente della Repubblica Ceca

“Ignorare il ‘no’ irlandese avrà effetti disastrosi per la UE”

Cristina Galindo – Madrid – 25/06/2008

Quando il 12 giugno scorso il no irlandese al Trattato di Lisbona ha aperto una crisi nella UE, Václav Klaus (Praga, 1941) era stato appena operato all’anca. Il suo delicato stato di salute però non gli ha impedito di diffondere, a caldo, una dura nota nella quale dava per morto il testo, chiedendo che ne fosse bloccato il processo di ratifica. “Il trattato è stato democraticamente rifiutato dall’Irlanda e non può entrare in vigore”, afferma Klaus, il quale ha accettato di rispondere alle domande che questo giornale gli ha inviato per posta elettronica.



L’attenzione degli aderenti alla UE è ora rivolta verso la Repubblica Ceca, uno dei sette paesi che ancora non hanno approvato il documento, nel timore che quest’ultima sia lo scenario del prossimo colpo al Trattato di Lisbona. L’ultima parola non spetta a Klaus ma al Parlamento. Sebbene il Partito Democratico Civico (lo stesso cui appartiene Klaus) conduca il Governo, il Primo Ministro, Mirek Topolánek, lascia la porta aperta a qualsiasi opzione, senza schierarsi apertamente contro il testo.

Klaus, economista formatosi negli Stati Uniti e sostenitore del pragmatismo liberale, è presidente dal 2003 ed ha appena scritto un libro sul cambiamento climatico, Blue Planet in Green Shackles (letteralmente: “Il Pianeta azzurro in verdi catene”, che sarà pubblicato in Spagna entro quest’anno), nel quale sostiene che l’ecologismo radicale minaccia la libertà e la prosperità della Terra.

Domanda. Cosa dovrà fare la UE dopo il no dell’Irlanda?

Risposta. La UE non può trascurare le sue regole. Il Trattato di Lisbona è stato bocciato dall’Irlanda in maniera democratica e massiccia e, per tanto, non può entrare in vigore. Ogni tentativo di ignorare questa circostanza e fare ricorso alla pressione e alla manipolazione politica per dare impulso al testo produrrà effetti disastrosi per la UE.

D. Ritiene che la Repubblica Ceca ratificherà il trattato?

R. Il Senato ceco ha trasmesso il testo alla Corte Costituzionale affinché lo esamini. La ratifica o meno del trattato da parte della Repubblica Ceca dipenderà dalla decisione della Corte e dal voto del Parlamento, ma visto che deve essere ratificato da tutti gli stati membri e uno di essi lo ha già bocciato, l’esito non muterà. Con o senza il voto ceco, il trattato non può essere ratificato e non può entrare in vigore.

D. Il Trattato di Lisbona reca danno all’Unione?

R. È un passo nella direzione sbagliata. Il trattato amplia il deficit democratico dell’Unione; produce una contesto legale ancora più complesso e confuso; trasferisce più poteri dagli Stati membri all’Unione; elimina il voto all’unanimità in alcuni ambiti, introducendo clausole che possono cambiare – e, di conseguenza, ampliare – le competenze dell’UE senza che sia necessaria l’approvazione degli Stati membri.

D. Che situazione sta vivendo la costruzione europea? Quale sarà il passo successivo?

R. Abbiamo bisogno di una nuova visione del processo di integrazione europeo. Occorre voltar pagina rispetto agli sviluppi prodottisi a partire da Maastricht. Il documento deve essere elaborato su differenti fondamenta e da persone diverse. Abbiamo bisogno di una riflessione imparziale sulla corretta amministrazione dei beni pubblici per stabilire quali spettino ai comuni, quali alle regioni, quali allo stato e quali alla UE.

D. Si definisce un euro realista senza considerarsi un euroscettico.

R. Ci sono solo due gruppi di politici nell’UE: gli eurorealisti e gli euroingenui. Io sono un euro realista. Il che significa che non approvo tutto quanto arrivi dall’UE senza prima valutarlo, inoltre osservo alcuni aspetti dell’integrazione europea in maniera critica. Gli euroingenui considerano questo atteggiamento euroscetticismo, in quanto sono sicuri che l’UE deve essere in movimento costante e che ogni nuova iniziativa migliori automaticamente il processo di integrazione. Per questo hanno pronosticato, sbagliando, che l’Irlanda avrebbe dovuto accettare il trattato per il semplice fatto di avere presumibilmente tratto beneficio dal suo status di membro dell’Unione.

D. La Repubblica Ceca starebbe meglio fuori dall’UE?

R. Non abbiamo alternativa alcuna alla nostra partecipazione all’UE e ho sempre appoggiato il nostro ingresso. La Repubblica Ceca è sempre stata parte dell’Europa ed ha avuto forti vincoli geografici, economici, storici e culturali con i paesi del continente europeo. Questo, però, non significa che dovremmo ratificare tutti i trattati europei e approvare ogni iniziativa dell’UE.

D. Occorrerà procedere in direzione dellallargamento?

R. L’allargamento dell’UE deve proseguire. Il Trattato di Lisbona non è l’unica possibilità affinché l’allargamento proceda, come qualcuno ha sostenuto. L’allargamento, a cominciare dall’ingresso della Croazia, può continuare senza il trattato.

D. La Repubblica Ceca ha appena compiuto il suo quarto anno dall’ingresso nell’Unione. Il bilancio è positivo?

R. I cechi non sono entrati nell’unione per sentirsi europei. Dovremmo lasciare che i cittadini del continente europeo siano cechi, polacchi, italiani, danesi senza fare di essi dei cittadini europei. Questo è un progetto errato. La differenza tra un ceco, un polacco, un italiano e un danese, per fare un esempio a caso, e un europeo è simile alla differenza tra la lingua ceca, polacca e danese e l’esperanto. L’europeismo è l’esperanto: una lingua artificiale.

D. Appoggia l’installazione di parte dello scudo antimissile degli Stati Uniti in territorio ceco nonostante i sondaggi dimostrino che il 70% dei cechi siano contrari?

R. Sono a favore dello scudo. Mi sento particolarmente vincolato alla relazione transatlantica intesa come complemento alla nostra partecipazione all’UE. Se alla fine si installerà, sono sicuro che in futuro sarà parte di ogni dispositivo di sicurezza antimissile della NATO.

D. In che fase sono le relazioni con la Russia?

R. Le relazioni con Mosca hanno raggiunto un livello di sviluppo molto elevato negli ultimi anni. Sebbene vi siano delle divergenze, non rappresentano un ostacolo ai nostri rapporti.

D. Lei è sicuro che il cambiamento climatico sia un mito. Su quali basi si fonda la sua affermazione?

R. Nel mio libro mi sono fatto molte domande: il riscaldamento globale è una realtà?; se è una realtà, è attribuibile all’uomo?; è un problema?; i cittadini del mondo vivranno meglio o peggio in conseguenza dei piccoli incrementi della temperatura globale?; può l’uomo fermare questo processo? Possiamo rispondere sì solo alla prima domanda. Per le altre la mia risposta è no. Vedo un pericolo nella ideologia degli ecologisti e nella loro espressione più radicale, l’allarmismo climatico. Quello che è in gioco nel dibattito sulla cosiddetta lotta al riscaldamento globale non è il clima, ma la nostra libertà e prosperità.



 





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