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FORUM DEDICATO A TUTTI COLORO CHE STUDIANO l'ITALIANO

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Messaggiodi massimone il mer set 01, 2004 2:42 pm

ciao Martina!
scusa se mi intrometto, ma...passavo di qui .
Dopo un articolo indeterminativo ci vuole l'apostrofo solo se la parola che segue comincia con una vocale ed è di genere femminile. Quanto agli articoli determinativi, si mette l'apostrofo dopo lo, la, le (l') quando la parola che segue comincia con una vocale, senza distinzione di ...sesso. Sui congiuntivi hai perfettamente ragione...

nashledanou

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Messaggiodi martyk il mer set 01, 2004 4:52 pm

Grazie Massimo....per avermi chiarito questo dubbio, immaginavo che c'entrava in qualche modo il genere maschile e femminile, solo che non sapevo come....ho ancora tanto da imparare,meno male che ci siete voi a darmi la mano.
Alla prossima...... quando ripassi di nuovo di qui

Martina
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Messaggiodi Anonymous il mer set 01, 2004 9:47 pm

apostrofi'''''''

...Aggiungo solo che davanti alla \"i\" (e in casi rari alla \"y\") seguita da vocale, sia coi maschili sia coi femminili, l'articolo determinativo normalmente oggi non prende apostrofo: x es.: lo yoghurt (non \"l'yoghurt\"), lo iettatore, lo iodio, lo yoga, la Jugoslavia (per i nostalgici), la iena, la iella (detta anche sfiga), la iuta (guarda che bel caso, questo: \"l'aiuta\" e \"la iuta\"). L'indeterminato percepisce la \"i\" iniziale come semiconsonante, e vuole la forma piena: una iella, una iena, uno iettatore...
Martynkooooo..... non hai ripassato bene e hai fatto 2 errori con le virgole: \"Anche se vedo, che qui in Italia i congiuntivi...\", e: \"Con questo non voglio dire, che non mi importa...\". Via le virgole prima del \"che\", se no ci costringi a sospendere la voce in maniera innaturale (ricorda l'equazione: \", ze\" del ceco = \"che\" senza virgola dell'italiano). Comunque, sapessi io il ceco come tu sai l'italiano!
A proposito di apostrofi, ve la ricordate la scena del film \"Dimmi se sono felice\" con Aldo, Giovanni e Giacomo, verso la fine, dove al massimo della tragicomicità, prima di distruggere le scene, parlano dell'apostrofo? Io non lo ricordo bene, citano una roba tipo \"l'apostrofo è una macchia d'inchiostro tra le parole \"t'amo\" \" o qualcosa del genere. Irresistibile! Cos'è che dicono?
ciao
Angelo
e NON SONO ANONIMOOOOO, CHOJNKA! (come dicono in Polonia) :-| :-| :-|
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Messaggiodi Bohemicus il mer set 01, 2004 10:02 pm

hej Angelo!! ma non fai il login?

così non sarai piu' anonimo


se ti scordato la password fammi un fischio

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Messaggiodi DJ il lun set 06, 2004 9:32 pm

Ahoj Prof. Angelo,

sono stata io a chiedere dove mettere le virgole. Mi sei stato di grande aiuto. Sono pignola e quindi mi piaciono le spiegazioni precisissime. Tu ci sei riuscito. Sarrei interessata a sapere da quale autore hai citato quelle frasi con le VIRGOLE che non ci volevano.
Spero che non ho saltato oppure esagerato con le virgole nel mio intervento. )
Grazie DJ.
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Messaggiodi charta77 il mar set 07, 2004 9:13 pm

Non è che non ci volessero, le virgole, anzi, ci stanno proprio bene! Solo che il loro uso, \"secondo le regole\", qui sarebbe sbagliato. Meno male che Leopardi non era un noiosissimo grammatico, ma un grande artista. Il brano infatti è da una poesia di Leopardi.
Miracoli, non istruzioni per l'uso!
ciao
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Messaggiodi Anonymous il mer gen 12, 2005 9:44 am

disattivazione di sgrunt
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Messaggiodi Lorenzo72 il gio apr 07, 2005 1:46 pm

Quote:

On 2002-10-29 10:25, Anonymous wrote:
Nessuno si offenda, ma l'italiano non è la lingua molto difficile da imparare. Il ceco è dopo il cinese m. la seconda lingua più difficile al mondo, quindi auguroni a tutti gli italiani, che hanno deciso di impararlo.
pa



Vorrei sapere in base a quale criterio si stabilisce la complessità di una lingua. Il ceco è senza dubbio una lingua difficile d'apprendere, ma ritengo che il polacco, ad esempio, sia ancora più difficile. La corretta pronuncia della lingua polacca non è semplice da imparare ed anche l'ortografia non è affatto semplice.
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Messaggiodi charta77 il gio apr 07, 2005 10:04 pm

Premetto che NON saro' breve ne' ho risposte preconfezionate... Il problema e' interessante, magari un po' aleatorio. Secondo me ci giocano un sacco di fattori, oltre alle predisposizioni individuali.
Prima puntata.
Parto dalla corrispondenza tra scrittura-lettura-significato. E' piu' difficile una lingua che usa gli ideogrammi (come il cinese citato sopra) o una che usa un alfabeto? Prendiamo una lingua alfabetica 'facile' come il francese. Il famoso linguista Saussure faceva l'esempio della parola 'oiseaux', dove 'nemmeno un solo suono della parola parlata ('wazo') e' rappresentato dal suo proprio segno'; non ti viene in mente il polacco 'Lodz'?. Un cinese potrebbe pensare che siamo matti. Prendiamone una piu' 'difficile', il tedesco: le doppie si scrivono ma non si pronunciano, semplicemente indicano che la vocale precedente e' breve. E che dire dello slavo con le sonore che si leggono sorde in alcuni casi? Se poi usciamo dall'ambito indoeuropeo, anche le alfabetiche si complicano: si introducono distinzioni del segno rispetto alla sua posizione nel corpo della parola (arabo), il segno si adegua alla struttura della lingua (le semitiche non indicano 'ufficialmente' le vocali), o arriviamo a fritti misti in cui convivono ideogrammi e alfabeto (giapponese). Dunque anche le alfabetiche c'hanno i loro ... azzi (storicamente spiegabili). Il caso piu' antico di corrispondenza tra scritto e letto e' il greco: a una lettera corrisponde un unico suono, e stop.
Una lingua che usa ideogrammi dovrebbe invece unire segno e significato in un unico insieme. In realta' non e' solo cosi'. Nelle mie sfarfallature linguistiche mi sono interessato anche dell'egiziano antico; qui a un certo punto alcuni 'disegni' che indicavano oggetti reali sono stati usati anche per indicare il suono corrispondente, indipendentemente dal loro significato: il disegnino di un 'leone', contenente le consonanti 'rw' a un certo punto fu usato per indicare questo suono 'rw' (presente in particelle grammaticali che accompagnavano i nomi) senza riferimento diretto al re della foresta, un po' - mi pare - come succede per i cosiddetti 'classificatori nominali' del cinese. Quindi oltre all'astrazione del concetto espresso dal segno, nelle lingue non alfabetiche si aggiunge la difficolta' della funzione astratta di un ideogramma all'interno della frase! Inoltre, per quel poco che ne so, il cinese aggiunge a uno stesso ideogramma 4 modalita' (toni) diverse e distintive di lettura! Un occidentale potrebbe pensare che i matti siano loro.
Percio' da questo primo punto di vista (corrispondenza segno-lettura-significato), si potrebbe concludere che una lingua non alfabetica e' piu' complessa di una alfabetica.

Postilla. Secondo me, il polacco, dal punto di vista dell'accento, rispetto al ceco e peggio ancora al russo, e' relativamente piu' semplice, perche' sai che cade sempre sulla penultima, come tendenzialmente succede in italiano. E' pur vero che non e' troppo 'spontaneo' distinguere tra 'sz' e 'si', 'cz' e 'ci', e simili. In piu' non distingue tra brevi e lunghe, e devi ammettere che, rispetto al ceco e allo slovacco, e' gia' un bel vantaggio. Pero' e' simpatico che abbia mantenuto le antiche nasali, no?

-ciao
Angelo

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Messaggiodi Anonymous il gio mag 05, 2005 8:46 am

Non volevo offendere nessuno per quanto riguarda le difficoltà delle lingue, ma da un'amica laureata in lingue ho saputo che il ceco è veramente la seconda lingua più difficile, perchè per misurare le difficoltà si osserva, quanto è difficile per uno straniero ad imparare e parlare la lingua straniera. E in questo caso raramente uno straniero riesce anche dopo tanti anni di residenza in RC a parlare un ceco perfetto con la pronuncia giusta, accento giusto ecc. Invece per i cechi l'italiano è facile da apprendere. La pronuncia è melodica ecc.
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Messaggiodi Anonymous il ven mag 27, 2005 5:18 pm

Ma chi l'ha detto che il cinese è la lingua più difficile da imparare?
State attenti ai luoghi comuni: il cinese è una delle lingue più semplici in assoluto in quanto ha una struttura grammaticale molto elementare, probabilmente è più semplice anche dell'Inglese.

Certo, il modo di scriverla è complicato, ma questo è un'altro argomento.

Ciao a tutti.
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Messaggiodi charta77 il sab mag 28, 2005 12:49 pm

E' consolante che il cinese sia cosi' semplice da imparare, visti i tempi che corrono. L'italiano invece, pur non essendo una lingua a toni, non distinguendosi da una regione all'altra in modo sostanziale e non usando ideogrammi, qualche complicazione ce l'ha: per esempio, non usa l'apostrofo dopo l'indeterminato che precede i maschili...
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Messaggiodi massimone il dom mag 29, 2005 5:04 pm

Angelo, sei davvero tremendo
non te ne scappa proprio uno...
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Messaggiodi doc63 il dom mag 20, 2007 11:34 pm

L´italiano é una lingua apparentemente facile, in quanto uno straniero con poche nozioni,comunque riesce ad esprimersi e farsi capire, al contrario del cinese e giapponese che sono facili da imparare, é il loro sistema d´uso complicato, es. : se chiedi loro 'puoi aiutarmi?' loro risponderanno sempre si,ma non significa che lo faranno in quel momento, ovvero é come dire che rispondono si ma piú tardi, perché per loro rispondere no é rovinare l´armonia delle cose.
Comunque il Ceco é una delle 5 lingue piú difficili al mondo, sia per la pronunciabilitá di alcune parole,ma sopratutto per i 7 casi da declinare, in Grecia ne hanno 8 casi eppure loro stessi dicono che il Ceco é piú difficile, e anche gli Slovacchi ammettono che nonostante prima era CecoSlovacchia, il Ceco rimane un po´piú difficilino dello Slovacco. Ciao
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Messaggiodi DJ il mar giu 19, 2007 11:11 pm

sono d'accordo con doc63. Infatti, gli slovacchi raramente pronunciano 'ř' perfettamente. E si sente dalla pronuncia in generale che quello non è un ceco ma uno straniero, cioè in questo caso uno slovacco.
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