VITA DA STUDENTE

FORUM DEDICATO A TUTTI COLORO CHE STUDIANO l'ITALIANO

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Messaggiodi aquila il sab nov 25, 2006 10:42 am

Anch'io sono laureato, e lavoro
non capisco il nesso,
del resto già oggi gli idraulici guadagnano molto di più di molti laureati, almeno in Italia non vale molto l'equazione laureato=lauto stipendio, anzi spesso vale il contrario.
La crescita culturale e lo studio universitario valgono comunque, anche perchè nella società odierna i lavori davvero manuali sono la parte minoritaria e spesso anche per quelli potrebbe servire una laurea.
Più laureati= migliore società, e il diritto allo studio deve essere garantito a tutti, magari con un serio percorso di analisi delle attitudini per dare agli studenti un indirizzo, che sicuramente a livello globale darà risultati, ma non deve obbligare il singolo a fare un percorso predeterminato.
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Messaggiodi aquila il sab nov 25, 2006 10:43 am

Poi se avremo milioni di psicologi, pazienza; meglio che milioni di analfabeti.
L'importante è che sappiano almeno scrivere.
Nella mia azienda faccio fatica a trovare qualcuno che sappia scrivere correttamente, eppur si muove.
Ciao parto per la CZ

[ Questo Messaggio è stato Modificato da: aquila il 25-11-2006 10:44 ]
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Messaggiodi odradek il sab nov 25, 2006 11:44 am

Sono d´accordo con aquila, l´istruzione vale di per se´, non dipende necessariamente dal lavoro. Uno puo´ anche scegliere di studiare qualcosa perche´ gli interessa o perche´ in quella cosa ha talento, anche se sa che con quella cosa non lavorera´ mai. Non viviamo solo in funzione del mercato del lavoro.
Io studio ceco perche´ mi interessa e perche´ penso di essere abbastanza bravo con le lingue straniere, e so che quando avro´ finito di studiare sara´ quasi impossibile trovare lavoro con il ceco, ma lo faccio per me. Quando avro´ finito di studiare faro´ il lavoro che mi capita.

Buon viaggio Aquila, divertiti in CZ.
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Messaggiodi Katerina il sab nov 25, 2006 7:49 pm

indubbiamente l'istruzione vale di per se'

allora smettiamola di lamentarsi della disoccupazione dei neolaureati


per iulius - scusa, ma non ho capito una parola del tuo messaggio. dalle parti dove riuscivo a seguirti ho dedotto che avrei dovuto capire qualcosa dal tuo post precedente. beh, sappi che la presunta sottigliezza non l'ho colta. sara' che sono una persona insensata, ma potrebbe essere che tutto sommato, l'italiano e' sempre una lingua straniera per me, avro pur diritto di non capire tutto.

per quanto riguarda le citazioni, non avevo voglia di riscrivere tutto. non stavo tirando le cose fuori dal contesto. ma non ti preoccupare, anche se l'avessi fatto, su questo forum e' un'antica usanza

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Messaggiodi odradek il dom nov 26, 2006 10:21 am

Infatti per quanto mi riguarda non mi sono mai lamentato.
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Messaggiodi massimone il dom nov 26, 2006 10:40 am

ragazzi, vi invidio davvero tanto vedendovi discutere piacevolmente di numero chiuso, professori, preparazione teorica e pratica. Quando ero iscritto io all'università non potevo nemmeno frequentare le lezioni e i professori li vedevo per la prima volta in faccia il giorno dell'esame, a cui andavo con la scorta della polizia. D'altra parte se non eri 'rosso' e non ti accontentavi di nasconderti nella massa dei pecoroni, il destino era questo.
Ehhh, come si stava bene nell'Italia democratica nata dalla resistenza...
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Messaggiodi odradek il dom nov 26, 2006 11:57 am

Scusa massimone, probabilmente siamo di due generazioni diverse e alcune cose mi sfuggono. Perche´ diavolo andavi agli esami scortato dalla polizia? Perche´ senno´ i rossi ti avrebbero aggredito? Mi sembra assurdo pensare che la polizia scortasse tutti gli studenti non di sinistra, forse eri in una situazione particolare...

Riguardo all´Italia nata dalla Resistenza, ha tutti i difetti che vuoi, ma e´ molto meglio dell´Italia fascista, almeno secondo me.
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Messaggiodi Katerina il dom nov 26, 2006 12:35 pm

e mo' si e' scatenato l'inferno....
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Messaggiodi massimone il dom nov 26, 2006 12:37 pm

Quote:

On 2006-11-26 11:57, odradek wrote:
Scusa massimone, probabilmente siamo di due generazioni diverse e alcune cose mi sfuggono. Perche´ diavolo andavi agli esami scortato dalla polizia? Perche´ senno´ i rossi ti avrebbero aggredito? Mi sembra assurdo pensare che la polizia scortasse tutti gli studenti non di sinistra, forse eri in una situazione particolare...

Riguardo all´Italia nata dalla Resistenza, ha tutti i difetti che vuoi, ma e´ molto meglio dell´Italia fascista, almeno secondo me.



Negli anni '70, a Milano, nelle scuole, nelle fabbriche, all'università, per vivere realtivamente tranquillo dovevi essere di sinistra o comunque fare finta di non esistere, cioè rinunciare a pensare e far finta di non vedere tutta la violenza e le prepotenze che ti circondavano. Se eri contro - non dico anticomunista, ma anche solo liberale - e lo dichiaravi, diventavi automaticamente 'fascista' e quindi da bastonare o sprangare (c'era anche lo slogan urlato nelle piazze 'Uccidere un fascista non è reato'). Io sono stato aggredito + volte, ma in fondo sono stato fortunato, se penso a chi è morto in quegli anni in Italia (non solo a Milano) e alle centinaia di ragazzi sprangati e ridotti ancora adesso sulla carrozzella o rimasti menomati per sempre a causa delle aggressioni dei 'compagni'.
Se ti informi meglio presso chi quegli anni li ha vissuti (anche persone di sinistra, ma oneste intellettualmente), a Roma come a Milano, ma anche a Torino e nelle altri grandi città italiane, scoprirai che gli esami con la scorta della polizia o dei carabinieri erano purtroppo una abitudine per chi era considerato di destra.

Quanto al paragone tra l'Italia fascista e quella nata dalla resistenza, io posso parlare solo per la seconda, visto che c'ero. In ogni caso il fascismo - che non difendo assolutamente - era una dittatura, quindi era abbastanza normale pensare che non ci fosse la libertà di esprimere la propria idea politica. Invece l'Italia nata dalla resistenza era 'democratica, libera e meravigliosa', ma in quegli anni lo era solo per chi era di sinistra, meglio ancora se di estrema snistra. Ti ricordo anche che ci sono stati + morti per violenza politica e più incarcerati per reati di opinione nell'Italia 'libera e democratica' che non durante il fascismo. Vorrà pure dire qualcosa...
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Messaggiodi odradek il dom nov 26, 2006 1:27 pm

Non ti preoccupare Katerina, non ci sara´ nessun inferno, volevo solo sentire la campana di massimone. Io sono nato troppo tardi per vivere certe cose, mio padre e´ di Milano, ma non ci vive piu´ dalla fine degli anni ´60.

Per massimone:
Riguardo alle violenze politiche di cui parli tu, vorrei solo far notare che, a prescindere dal numero, nell´Italia repubblicana erano praticate da privati cittadini, mentre nell´Italia fascista erano praticate dallo stato. Mi sembra una differenza sostanziale.

Comunque non mi sembra giusto occupare un forum sulla vita studentesca con considerazioni politiche, se ti va di continuare su questo tema scrivimi una mail.
Ciao.
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Messaggiodi massimone il dom nov 26, 2006 3:27 pm

Quote:

On 2006-11-26 13:27, odradek wrote:
Non ti preoccupare Katerina, non ci sara´ nessun inferno, volevo solo sentire la campana di massimone. Io sono nato troppo tardi per vivere certe cose, mio padre e´ di Milano, ma non ci vive piu´ dalla fine degli anni ´60.

Per massimone:
Riguardo alle violenze politiche di cui parli tu, vorrei solo far notare che, a prescindere dal numero, nell´Italia repubblicana erano praticate da privati cittadini, mentre nell´Italia fascista erano praticate dallo stato. Mi sembra una differenza sostanziale.



mai sentito parlare delle 'stragi di Stato'? quelle che venivano di volta in volta attribuite agli anarchici e ai 'fascisti', ma di cui non sono mai state accertate le vere responsabilità, e che servivano a rafforzare e stabilizzare proprio il potere dei partiti che a quel tempo si spartivano l'Italia. Quelle che hanno visto via via coinvolti i nostri servizi segreti, quelli americani, quelli dei paesi dell'Est e del Mossad israeliano. In 40 anni, tutti i governi che si sono succeduti al potere, dal centro sinistra (30 anni) al centrodestra (6 anni), hanno scelto di non raccontare la verità su quelle stragi, coprendo i punti scomodi delle indagini con tanti vergognosi 'omissis'. Io dico che queste cose sono ancora + gravi, anche perchè dovremmo essere in una democrazia e dovremmo essere uno stato sovrano. Dovremmo.

Quote:

Comunque non mi sembra giusto occupare un forum sulla vita studentesca con considerazioni politiche, se ti va di continuare su questo tema scrivimi una mail.
Ciao.



io ho solo scritto che vi invidiavo, raccontando in poche parole la mia esperienza universitaria. Poi le considerazioni politiche sono scaturite naturalmente anche in seguito al tuo intervento, peraltro assolutamente legittimo e da me gradito. In ogni caso, penso di avere finito. Grazie
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Messaggiodi odradek il dom nov 26, 2006 3:40 pm

Ok, non che caschi dalle nuvole e non sappia niente del ruolo dello stato e dei servizi segreti, ecc...Solo e´ un po´ complesso scrivere di tutto in poche righe. Volevo solo dire che nello stato fascista certe politiche violente erano prassi consolidata che le istituzioni svolgevano alla luce del sole.

Anche nella repubblica del dopo guerra ci sono state e ci sono parti dello stato che fanno cose simili, ma per fortuna il sistema non le riconosce come valide. Ed e´ possibile anche parlarne.
Anche il tuo intervento mi e´ stato gradito, ma secondo me non e´ questo il forum adatto. Se vuoi parlare di argomenti simili o apriamo un altro forum o ci scriviamo.

C´e´ ancora qualcuno che ha voglia di parlare di studio o siete scappati tutti?
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Messaggiodi aquila il gio nov 30, 2006 12:26 pm

L'assurdità dell'Italia e degli italiani è che perfino su problemi come quelli scolastici e sull'Università si finisce a disquisire di fascismo e comunismo. Guardiamo al futuro e a costruire una società migliore, i ventenni di oggi sono nati a fine anni ottanta e dell'epoca fascista e degli anni 60 gliene importa ben poco. Un giovane studente spera invece di avere una buona preparazione, di poter lavorare e vivere in Italia o in europa parlando magari anche l'inglese oltre che l'italiano.
I giudizi sulla storia li lascerei agli storici, ma la continua polemica e il rivangare tutto, ultimamente soprattutto in una chiave anticomunista (del comunismo italiaco poi ) mi sembra anacronistico. Le sfide oggi son di ben altra natura. Ho appena finito di leggere Goodby Europa di Giavazzi-Arbasino, lo consiglio a tutti soprattutto a chi si occupa di università.
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Messaggiodi aquila il gio nov 30, 2006 12:46 pm

x katerina
per quanta riguarda le lamentele sulla disoccupazione invece vorrei finire con alcune considerazioni personali. Davvero sei convinta che manca lavoro ai neolaureati perchè studiano la materia sbaglita? , o addirittura perchè si laureano?
In realtà il lavoro manca per altre ragioni, che dipendono dalla cultura e dall'organizzazione del paese e di molte aziende, e soprattutto dal sistema legislativo. In Italia i sindacati e lo stato favoriscono in modo smisurato chi il lavoro lo ha già (o i pensionati con tessera di partito). Nell'amministrazione pubblica e nel privato non si può licenziare. Nella mia azienda (con più di 50 dipendenti) lo stato non mi dà la possibilità di rischiare, se assumo assumo per sempre. Ti sembra logico? Come possono pretendere di trovare un lavoro i giovani se le aziende non hanno la possibiluità di provarli?
Questo è solo un esempio, il discorso sarebbe lungo. Nel momento in cui uno inizia a lavorare non importa cosa e se ha studiato; importa cosa sa fare e che possibilità ha di crescere. Lo studio aumenta enormemente le possibilità e le capacità di adattamento (ma non è detto che siano sufficenti o che non le possa avere chi non ha studiato). Studiate quello che volete e quello che davvero vi interessa, magari conseguendo velocemente la laurea ma senza mai smettere di crescre e di studiare ulteriormente.
Quando ero liceale io andava di moda ingegneria, mi dicevano che il lavoro era assicurato e così ho preso quella strada: Dell'ingegneria non me ne poteva fregare nulla ma mi sono laureato ugualmente, e come beffa di lavoro non se ne vedeva all'orizzonte dopo la laurea. Oggi ringrazio di averlo fatto anche se il mio lavoro è completamente diverso.
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Messaggiodi donnavera il mar gen 23, 2007 9:55 am

Una domanda da 1000dollari:
Come si dice TAHÃK in italiano? Si tratta di un aiuto in forma scritta e fortemente estratta e miniaturizzata.
Recentemente ho visto in TV ceca, il know -how, dove mettere questi 'taháky'. Era molto divertente. L'ho raccontato a mio figlio chiedendolo dove ha messo tahák in Italia e lui non ne sapeva nulla ne di nome ne di fatto.
Non si fanno questi promemoria nelle scuole italiane?
E forse solo un fenomeno ceco? Possibile?
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