ciao,
Per quanto riguarda l'ingegneria in Italia, il sistema del nuovo ordinamento ha cambiato
molte cose. E' vero che nel vecchio uno ci metteva 10 anni a laurearsi pero' ... c'era (e c'e' ancora)
quel problema della media. E se uno non voleva trascinare una media di merda doveva per forza
fare il secchione per beccare il suo 30, anche se la materia non lo interessava, anche se, lo sappiamo,
cio' che impariamo all'universita' a volte non ha nulla a che vedere col lavoro che faremo dopo.
Diversi problemi appaiono col nuovo ordinamento tra cui gli orari ridotti contro l'opinione dei prof, che
comunque mantengono lo stesso programma in specialistica'. Il risultato e' che i ragazzi arrivano ormai
in specialistica' con conoscenze scarse siano teoriche che prattiche. Perche' hanno fatto in modo
di far passare la maggior parte per ridurre il tempo di laurea.
Non penso pero' che il numero chiuso sia anche la soluzione per l'integrazione e l'accesso al lavoro.
Ad esempio io ho studiato l'ingegneria prima in Francia dove l'ammissione e' molto molto selettiva
(c'e' un concorso) e assai drastica per quanto riguardava la mia scuola.
Il risultato e' un sistema di classi de preparazione al detto concorso (classes prepas) in cui lo studente si ammazza 2 o 3 anni prima di entrare. Durante quel periodo non puo' manteneresi.
Avevo la fortuna di poter fare il pianista, pagava bene, lavoravo poco ma la maggior parte
non lo poteva. Alla fine rimangono nel sistema soltanto quelli che hanno genitori che li mantengono.
Cio' dimostra bene che la selezione drastica non aiuta all'accesso agli studi universitari (e per forza
al lavoro)
Le cose stanno cambiando pero', uno dei grandi diffetti dell'universita' italiana era di non poter presentare al giovane il mondo del lavoro. Non c'erano degli stage in azienda obbligatori ecc.
Uno si poteva laureare senza nemmeno sapere che non trovera' lavoro.
Quando sono arrivato in Italia per fare la specialistica' (ho fatto la LS a Milano) mi han colpito
diverse cose: L'assenza completa di informazioni sulle aziende (dipende ancora molto dal professore
per trovare un tirocino), un livello scarso in matematica e in generale poca apertura sugli altri settori.
Pero' al contrario ho visto ingegneri, che nella loro disciplina erano bravissimi, anche se ne avevano soltanto conoscenze teoriche, professori disponibili, liberta' nell'organizazione, e ho imparato moltissimo al politecnico, anche perche' non scherzavano con me all'esame e che il livello richiesto
per passare era alto (gli esami sono a volte scritti ma sopratutto orali e fai una figura di merda se
ti fai ammazzare davanti a tutti).
In conclusione direi che la mobilita' fra diverse universita' in europa e' piu' che necessaria.
La mia formazione in Francia e' stata indispensabile pero' mi mancavano cose che ho imparato in
Italia. Consiglierei volontieri ogni tipo di programma di doppia laurea, che sono piu' seri dei ben conosciuti programmi Erasmus. Sono piu' lunghi, e i professori ti trattano come uno studente normale.
Per i soldi e' un altro problema Lavoravo a Milano mi son laureato senza problemi, ma non con 110 e lode ovviamente, e poi avevo anche altre cose da vedere in Italia che Milano
Secondo me questa cosa della media vale soppratutto in un paese per il proprio paese. Con l'apertura del
mercato del lavoro conteranno di piu' le diverse esperienze lavorative, stage ecc.
Non so come le unversita' ceche siano messe con questo ... l'unica cosa che posso dire e' che mi son
stupito quando ho visto lo CVUT.
Le infrastrutture son nuove, tutto l'arredamento necessario ecc.
e ... c'e' anche un guardaroba per gli studenti !!!! veramente allucinante per un latino abituato a studiare in posti che assomigliano alle rovine della prima guerra mondiale...
Per la lingua ... Italia = parlare italiano sei sicuro almeno di imparare la lingua e per il campus, ... ,
Il concetto di residenza universitaria non e' ben sviluppato in Italia. Ci sono gli antichi colleggi
(residenze straprotette) e qualche residenza pero' fatta allo stesso modo (non sei libero di portare
amici quando vuoi ecc.). A me fa' schifo
L'alloggio costa molto, in generale 400-450 euros la singola a Milano, 250-300 la doppia (prezzi vaghi dell'anno scorso). Pero' il cibo no e si mangia benissimo in Italia
Rapporti con gli studenti: in ingegneria son difficili se sei un ragazzo, facilissimi se sei una ragazza.
Ma non soltanto perche' c'e' un rapporto di disugualianza fra le due popolazioni.
Le mie amiche che studiavano ad esempio architettura non avevano difficolta' con le ragazze del
loro corso.
A Milano la maggior parte non ha tempo, studia molto e torna a casa dopo le lezioni.
Avevo gia' amicizie quando sono arrivato quindi non ho avuto bisogno di frequentare molta
gente all'universita' e non ci andavo spesso spesso. Cmq troverai molti studenti colti ed educati
(dire che tutti gli Italiani/Italiane sono superficiali e/o marcioni e' un'assurdita' allucinante).
Ecco in breve cio' che riguardava la mia esperienza, spero che ti serva